La dodicesima edizione del manuale di Andrea Sirotti Gaudenzi

Questa nuova edizione dell’Opera, data alle stampe nel 2024, è aggiornata alle ultime novità in tema di proprietà intellettuale e, in particolare, all’attuale dibattito dedicato all’intelligenza artificiale.
Il testo si configura come uno strumento completo per la risoluzione delle problematiche riguardanti il diritto d’autore e i diritti connessi.
Alla luce della più recente giurisprudenza nazionale ed europea, il Manuale dedica ampio spazio alle questioni legate alla protezione della proprietà intellettuale, agli sviluppi interpretativi in tema di nuove tecnologie e ai provvedimenti della Suprema Corte relativi ai programmi per elaboratore, alle opere digitali e al disegno industriale.
Il testo fornisce al Professionista gli strumenti operativi e processuali per impostare un’efficace strategia difensiva, riportando gli orientamenti giurisprudenziali espressi dalla Cassazione e dalla Corte di giustizia dell'Unione europea.
Completano il volume un Formulario editabile e stampabile, un’ampia Raccolta normativa e un Massimario di giurisprudenza di merito, legittimità e UE, suddiviso per argomento.
Nell'area online (costantemente aggiornata) sono messi a disposizione del lettore anche tutti i documenti relativi al percorso di approvazione del Regolamento AI Act, oltre a vari materiali, tra cui la videoregistrazione del webinar del 23 febbraio 2024. Per maggiori informazioni: https://www.maggiolieditore.it/il-nuovo-diritto-d-autore.html

Le Recensioni


Recensione tratta dalla Rivista "Il Diritto d'Autore"

Giunge alla dodicesima edizione un “classico” della letteratura giuridica nel settore della proprietà intellettuale: «Il nuovo diritto d’autore», scritto da Andrea Sirotti Gaudenzi.

Non viene tradita l’impostazione originale del manuale, che – dopo un’ampia introduzione sugli aspetti generali della materia – affronta le singole questioni relative alle diverse fattispecie di opera intellettuale (opere letterarie, musicali, fotografie, programmi per elaboratori, banche dati, disegno ornamentale, etc.).

Particolare spazio è dato alle novità introdotte dalla legge 14 luglio 2023, n. 93 («Disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d’autore mediante le reti di comunicazione elettronica») e dalla legge 27 dicembre 2023, n. 206 («Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy»). Quest’ultimo testo normativo ha offerto la definizione di «creatori digitali» agli «artisti che sviluppano opere originali ad alto contenuto digitale», offrendo la possibilità di “collocare” nell’ambito dell’ordinamento nazionale le creazioni realizzate sfruttando gli strumenti dell’intelligenza artificiale.

E, infatti, questa nuova edizione dell’opera tratta ampiamente le tematiche legate all’artificial intelligence, alla quale nel 2023 è stata anche dedicata una norma tecnica ISO/IEC. L’Autore ripercorre le questioni più rilevanti sul punto, affrontando l’argomento senza schierarsi dalla parte degli apocalittici, né tantomeno degli integrati, prendendo a prestito le classificazioni derivanti dalla summa divisio delle categorie di pensatori individuate da Umberto Eco nel famoso saggio del 1964.

Così come aveva fatto analizzando il fenomeno Internet, Sirotti Gaudenzi, rileva come gli strumenti offerti dalle nuove tecnologie siano – di per sè – del tutto “neutrali”. È l’uso che ne viene fatto che consente di collocarli in uno specifico ambito. L’Autore ricorda infatti che lo studio della c.d. intelligenza artificiale è tutt’altro che recente, dato che le origini del settore della ricerca scientifica legato all’IA risalgono alla prima metà del secolo scorso. Basti pensare che nel 1937 fu pubblicato il celebre articolo del pensatore britannico Alan Mathison Turing, intitolato «On Computable Numbers, with an Application to the Entscheidungsproblem»: una vera e propria “pietra miliare” nello studio delle tecnologie informatiche, in cui Turing affermò che qualsiasi numero poteva risultare calcolabile se la sua parte decimale fosse stata scritta da una macchina. Sviluppando un paragone con un procedimento umano, il britannico teorizzò sostanzialmente un sistema che poteva leggere un “sistema binario”, basato su simboli ad esso comprensibili. Si trattò della prospettazione di un modello astratto che definisce una macchina in grado di eseguire algoritmi e dotata di un nastro potenzialmente infinito su cui può leggere e/o scrivere dei simboli: la c.d. “Macchina di Turing”, per l’appunto. Nella propria analisi del fenomeno, l’Autore evidenzia che non esiste una definizione universamente condivisa di intelligenza artificiale, anche se – in estrema sintesi – con tale locuzione può intendersi quel fascio di tecnologie che permette di “simulare” i processi dell’intelligenza umana, avvicinandosi alla ragione dell’uomo, ripercorrendo quanto scritto da N.J. Nilsson nel testo Artificial Intelligence: a new synthesis. Parallelamente, si deve porre attenzione all’obiettivo degli operatori dell’artificial intelligence, che è quello di realizzare sistemi informatici in grado di ragionare e di agire come gli esseri umani. Difatti, la ricerca che investe l’IA si propone come traguardo ultimo quello di acquisire i criteri di funzionamento del sistema cognitivo umano per poterli riprodurre, sviluppando così processi decisionali paragonabili a quelli dell’uomo, migliorandoli. Quindi, l’intelligenza artificiale si riferisce a sistemi che mostrano un comportamento intelligente, capace di analizzare il proprio ambiente e di porre in essere azioni, con un certo grado di autonomia, per raggiungere obiettivi specifici.

Del resto, l’espressione “intelligenza artificiale” contiene un riferimento esplicito al concetto di intelligenza. Tuttavia, dato che l’intelligenza (nelle macchine, così come negli esseri umani) appare un concetto vago e impalpabile, sebbene sia stato studiato a lungo da psicologi, biologi e neuroscienziati, gli studiosi di IA preferiscono richiamare la razionalità come elemento centrale dei sistemi di intelligenza artificiale, così come indicato nel 2019 dalla Commissione europea (A definition of AI: Main capabilities and scientific disciplines). D’altronde, la razionalità rappresenta un criterio che può ben essere riferito alla capacità di scegliere la migliore azione da intraprendere per raggiungere un determinato obiettivo, tenuto conto dei presupposti e delle risorse disponibili. Naturalmente, però, la razionalità non è l’unico elemento del concetto di intelligenza, ma ne è una parte significativa e determinante. In realtà, come indicato da Andrea Sirotti Gaudenzi nel capitolo XIII del testo, quando rivolgiamo attenzione all’intelligenza artificiale, non dobbiamo pensare a un sistema di progressiva sostituzione dell’uomo con la tecnologia, prefigurando un futuro distopico a tinte fosche. Parlare di intelligenza artificiale significa far riferimento, in maniera generale, a sistemi che mostrano un “comportamento intelligente”, analizzando il proprio ambiente e compiendo azioni, con un certo grado di autonomia, per raggiungere specifici obiettivi. Nel tempo, siamo passati da sistemi di IA rappresentati da macchine meramente reattive a sistemi con una propria coscienza, se non – addirittura – con autoconsapevolezza. Carattere – questo – escluso da chi evidenzia che non può esistere autocoscienza di fronte a uno strumento che non può sapere cosa non sa (H.A. Kissinger, E. Schmidt, D. Huttenlocher, L’era dell’intelligenza artificiale, Mondadori, Milano, 2023).

Ci interfacciamo con sistemi di IA quotidianamente, per esempio utilizzando banali sistemi di completamento automatico delle parole presenti in molti redattori di testi, per generare sottotitoli nei video che stiamo vedendo o per bloccare lo spam delle e-mail sulla base di impostazioni suggerite dai programmi di gestione della posta elettronica. Al contempo, “subiamo” gli strumenti di IA sempre più frequentemente. I social network utilizzano sistemi di IA per proporre messaggi pubblicitari e contenuti sulla base delle nostre preferenze. I motori di ricerca si avvalgono di algoritmi in grado di memorizzare le nostre ricerche al fine di proporci i risultati più aderenti alle nostre abitudini. Naturalmente, il settore della proprietà intellettuale è ampiamente interessato dall’uso di queste tecnologie. I sistemi di IA possono sviluppare opere con diversi gradi di autonomia. Si tende a distinguere tra le opere frutto della sola intelligenza artificiale (computer generated work) e opere sviluppate con l’assistenza dell’intelligenza artificiale (computer aided work).

Numerosi sono i contenziosi sul tema segnalati nel mondo, già oggetto di definizione in vari Paesi, tra cui gli Stati Uniti e la Cina. La questione è stata affrontata anche in Italia, tanto che la Suprema Corte si è occupata della tutelabilità di una immagine generata da algoritmi (Cass. civ., sez. I, 16 gennaio 2023, n. 1107).

E, quindi, le domande sono ovvie. Quando un’opera può godere di tutela? O, meglio ancora, quando la stessa può essere definita opera creativa? Ben si conoscono i criteri offerti dalla legge nazionale, che tutela le opere creative frutto di uno sforzo creativo umano.

Affrontando, invece, la questione sotto il profilo del diritto europeo, è noto che il diritto d’autore può trovare applicazione solamente dinanzi a oggetti che consentano di individuare il carattere di originalità, ossia rappresentino il risultato della creazione intellettuale dell’autore. Anche la Corte di giustizia ha ricordato che – perché un oggetto possa essere considerato originale – «è necessario e sufficiente che rifletta la personalità del suo autore, manifestando le scelte libere e creative di quest’ultimo» (Corte giust., 12 novembre 2019, causa C-683/17, Cofemel - Sociedade de Vestuàrio SA contro G-Star Raw CV).

Proprio i Giudici del Lussemburgo hanno chiarito, per esempio, che una fotografia può essere protetta dal diritto d’autore alla condizione (che spetta al Giudice nazionale verificare in ogni caso di specie) che lo “scatto fotografico” costituisca una creazione intellettuale dell’autore, che ne rifletta la personalità e si manifesti attraverso le scelte libere e creative di quest’ultimo nella realizzazione di tale fotografia (Corte giust., 7 agosto 2018, causa C-161/17, Renckhoff). Quindi, è la proiezione della personalità dell’autore nell’opera che caratterizza il momento della creatività.

E, allora, questi princìpi valgono anche quando si parla di intelligenza artificiale?

Andrea Sirotti Gaudenzi rileva come sia stato affermato che il contenuto prodotto da un chatbot generativo non possa essere considerato un’opera protetta dalle norme in tema di proprietà intellettuale, a meno che non sia individuabile un apprezzabile contributo creativo di una persona e possa dunque diventare di pubblico dominio. E, allora, ci si dovrebbe chiedere se l’originalità dell’opera prodotta autonomamente dall’IA possa essere travolta dalla carenza di originalità… Il problema non è di pronta soluzione, se si considera che il dibattito è ancora aperto, anche se le risposte ai quesiti, come indicato dall’Autore, possono essere rinvenuti nei princìpi nazionali e sovranazionali.

In questo senso, viene approfondito l’attuale dibattito dedicato all’intelligenza artificiale, avviato dalla Risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2020 sino alla recente proposta di Regolamento europeo - AI Act.

Il volume si presente, quindi, come un agile strumento che consente di acquisire informazioni su come esaminare le tematiche riguardanti il diritto d’autore e i diritti connessi, cui sono dedicati ampi approfondimenti e specifici focus, soprattutto alla luce del difficile dialogo tra l’approccio tradizionale alla materia e la necessità di affrontare le tecnologie informatiche.

Tenuto conto della più recente giurisprudenza nazionale ed europea, il testo dedica ampio spazio alle tematiche legate alla protezione della proprietà intellettuale, agli sviluppi interpretativi in tema di nuove tecnologie e alle sentenze della Suprema Corte relative ai programmi per elaboratore, alle opere digitali e al disegno industriale. Il volume fornisce indicazioni anche sugli strumenti processuali per impostare un’efficace strategia in sede di giudizio, riportando gli orientamenti giurisprudenziali espressi dalla Suprema Corte nel corso degli ultimi anni. Completano il testo un formulario online editabile e stampabile, un massimario di giurisprudenza di merito, legittimità e Ue, suddiviso per argomento.

Nell’estensione online sono messi a disposizione del lettore anche il testo del final draft con gli ulteriori sviluppi relativi al percorso di approvazione del regolamento AI Act. Proprio l’estensione in rete del testo permette agli utenti di ottenere aggiornamenti normativi e giurisprudenziali in questa materia, in una delle fasi storiche più complesse per la protezione della proprietà intellettuale.

 

Il nuovo diritto d'autore
La tutela della proprietà intellettuale nell'era dell'intelligenza artificiale
di Andrea Sirotti Gaudenzi

La scheda del Libro

PRINCIPALI ARGOMENTI
◾ Protezione della proprietà intellettuale
◾ Opere protette, diritti d’autore e diritti connessi
◾ Rete Internet e social network 
◾ Intelligenza artificiale e proprietà intellettuale

AGGIORNAMENTI NORMATIVI E GIURISPRUDENZIALI
◾ Proposta di regolamento europeo sull’intelligenza artificiale (AI Act)
◾ Legge 27 dicembre 2023, n. 206
◾ Legge 14 luglio 2023, n. 93
◾ Provvedimenti della Corte di giustizia in tema di attività in rete 


Per maggiori informazioni, si veda la pagina dedicata nel sito web della Casa editrice Maggioli : https://www.maggiolieditore.it/il-nuovo-diritto-d-autore.html